43°45’51.8″N 11°15’46.8″E
Inaugurazione: sabato 8 febbraio 2020 / dalle 18
8 febbraio / 21 marzo 2020
Base / Progetti per l’arte presenta sabato 8 febbraio 2020 dalle ore 18,30 la mostra dal titolo 43°45’51.8″N 11°15’46.8″E che Karin Sander, artista che dagli anni ’90 propone una riflessione concettuale sulla natura dell’opera d’arte, ha appositamente ideato per lo spazio non profit di Firenze e che indaga la relazione tra luogo espositivo, opera e pubblico al tempo di google maps e degli altri social media digitali e globali.
Il progetto di Karin Sander per Base consiste nel visualizzare i tre strumenti o i tre gesti tipici che l’utente digitale compie per cercare un luogo e recarsi in esso: le coordinate di geolocalizzazione della destinazione, il puntatore che fissa il luogo in google maps, la traccia del polpastrello sul touch screen. L’artista allo stesso tempo, con un approccio straniante, visualizza questi elementi nello spazio fisico utilizzando i medium che l’arte processuale degli anni ‘70 ha adottato e che vanno dalle scritte sulla parete con il prespaziato a quelle in tubo di neon colorato, fino all’intervento pittorico volto a segnare e trasformare un perimetro dell’architettura. Il suo intento non riguarda il creare una lista fredda dei mezzi dell’arte o del muoversi nella realtà attraverso coordinate virtuali, bensì ricorda che tali elementi non sono il fine bensì il punto di partenza per un processo che porta ad altro. È questo altro che lei evoca con questa mostra e questa sua riflessione sul ruolo dell’arte e dello spettatore a confronto con l’attuale era globale e post-internet. È la stessa modalità che fa dire all’artista: Devo essere in grado di lavorare utilizzando risorse che esistono effettivamente, che sono già presenti all’interno del sistema, e che possono mettere il sistema contro se stesso e che, nel 1997 per Skulptur Projekte, l’ha portata a evidenziare il centro reale, geometrico e geografico, della città di Münster con una base circolare in cemento rosso evidenziando sia un’area che passava inosservata, sia la relazione tra fattori scientifici, storici, economici ed identitari con cui rilevare oggettivamente il centro (in quel caso distante dal “centro città” comunemente inteso).