“ZZ”
Inaugurazione: Giovedì 23 aprile 2009, dalle ore 19,00
18 dicembre / 8 febbraio 2010
BASE / Progetti per l’arte presenta un nuovo lavoro di Olivier Mosset appositamente ideato per Firenze dal titolo “ZZ”. Tre nuove opere, una scultura, un wall painting e una fotografia, sono gli elementi per stabilire una relazione inedita all’interno dello spazio di Base, con cui aprire una riflessione sull’esigenza e natura dei luoghi d’arte oggi.
Come afferma l’artista stesso: Il wall painting è un lavoro che ho presentato più volte ed è per me sempre un’esperienza nuova, visto che è realizzato in ambienti e contesti diversi. Per me la pittura in generale è una sorta d’illustrazione o un tipo di decorazione e con la mia parete monocroma voglio realizzare un esempio più radicale di decorazione. La fotografia, invece, è un’immagine serigrafata di una motocicletta Harley Davidson. Anche se è una foto, per me si costituisce come una “scultura” perchè nasce da una “personalizzazione” di questo stesso oggetto. La scultura “ZZ” si ispira per titolo e forma ad un progetto di Barnet Newman per una sinagoga, presentato nel 1963 al “Recent American Synagogue Architecture” del Jewish Museum di New York. Il titolo Zim Zum, che deriva da un termine ebreo (Tzim Tzum), rimanda all’idea di riduzione e concentrazione, ma Tzum è anche lo spazio attraverso il quale il potere creativo di Dio si manifesta e porta le cose ad essere. La mia scultura “ZZ”, come scrive Vincent Pécoil,aspira a una forma di trascendenza, ma installata nello spazio e posta sul suolo suggerisce un’ambizione più materialista. Il mio non è un gesto iconoclasta ma una forma di empatia…
Il progetto per Base nasce da “oggetti che non sono”, siano essi pitture, fotografie o sculture, e che nel loro rifiuto di parlare non smettono di ossessionarci per la loro presenza vivida e reale. Inoltre si apre una nuova questione sulla natura di quel dato contenitore che li contiene, BASE, e la città in cui si trova, ovvero Firenze.
Olivier Mosset (1944, Neuchâtel; vive e lavora in California) è uno dei protagonisti della scena internazionale dagli anni Sessanta del rinnovamento del linguaggio della pittura astratta attraverso la sua stessa analisi e destrutturazione. La sua produzione artistica ha toccato e dato vita a numerosi movimenti artistici coniugando la cultura americana con quella europea a favore di una riflessione autonoma sul “medium pittura” inteso nella sua più pura “materialità”. Dapprima assistente di Jean Tinguely e Daniel Spoerri, ottiene un pieno riconoscimento sulla scena internazionale con la partecipazione alla Biennale di Parigi del 1967 sotto la sigla BMPT assieme a Daniel Buren, Michel Parmentier e Niele Toroni, con cui aveva condiviso a Parigi l’esperienza “situazionista”. La sua idea di una pittura da ricondurre al grado zero trova terreno fertile nella vita culturale di New York dove si trasferisce dal 1977. Da questo momento la sua ricerca sfocia in quel Radical Painting espresso proprio da grandi tele monocrome. Il ritorno a dipinti di tipo geometrico e le sperimentazioni tridimensionali nell’ambito della scultura e del quadro-oggetto, “shaped canvas”, costituiscono gli esiti di una ricerca che rimette sempre in discussione la pittura attraverso un instancabile lavoro sulla forma, sospeso fra materialismo radicale e raffinata intellettualità. Tra le mostre più recenti ricordiamo la personale al Mendrisio Museo d’arte, Mendrisio, Svizzera, 2009; Galleria Massimo De Carlo, Milano, 2009; Palais de Tokyo, Parigi, 2006; e le partecipazioni alle mostre collettive alla Galerie d’Art Contemporain, Monaco, 2009; al Whitney Biennial, Whitney Museum of American Art, New York, 2008; allo Sculpture Center, New York, 2007.