Instead of allowing some thing to rise up to your face dancing bruce and dan and other things
Giovedì 24 luglio ore 18 inaugurazione dell’opera di Tino Sehgal che sarà fruibile a BASE / progetti per l’arte fino al venerdì 5 settembre dalle ore 18 alle 20 dal mercoledì al venerdì. La mostra rimarrà chiusa la seconda settimana di agosto.
Venerdì 25 luglio dalle ore 18 alle 20 a BASE in Via San Niccolò 18r, a seguire Talk/Incontro dalle ore 21 Tino Sehgal sarà disponibile a Villa Romana (via Senese,.68) per rispondere a tutte le domande del pubblico. L’incontro sarà introdotto e coordinato da Lorenzo Bruni
24 luglio / 5 settembre 2008 / mer-ven 18-20.
BASE / Progetti per l’arte presenta un nuovo progetto di Tino Sehgal pensato come omaggio all’attività del collettivo di artisti che hanno sempre invitato altri artisti a realizzare progetti legati alla riflessione sullo spazio o sul linguaggio dell’arte.
Instead of allowing some thing to rise up to your face dancing bruce and dan and other things
Tino Sehgal, (Londra, 1976) vive e lavora a Berlino, è uno dei giovani artisti che si è imposto sulla scena internazionale dell’arte portando una nuova energia nel dibattito su cosa intendiamo per opera e riattivando i codici linguistici delle sperimentazioni artistiche dall’arte concettuale a quella performativa degli anni 60 e 70 in maniera concreta e senza malinconie o spirito di competizione per quello specifico momento storico. I suoi interventi o “pezzi” creano sempre un momento spiazzante nella normale fruizione del luogo dell’arte da parte dello spettatore portandolo a porre l’attenzione sulla sua modalità di percepire le cose ed i fenomeni più che sugli oggetti in sé. Le sue azioni sono realizzate da presenze solitamente innocue come i custodi all’interno delle sale dei musei o da altri spettatori. La frase This is Good, work of Tino Sehgal pronunciata ballando da uno dei custodi nei pressi di un opera di Robert Morris, al Museum Ludwig di Colonia per la collettiva I promise it’s political nel 2002, proiettava i visitatori in una dimensione surreale che li costringeva a chiedersi cosa fosse buono: l’opera di Sehgal, il trovarsi semplicemente all’interno di un’istituzione museale, o l’azione liberatoria del ballo di chi la compiva? Lo scopo dell’arte di Tino Seghal è quello di mettere in evidenza l’istante della fruizione in quel dato momento spazio temporale. Per questo motivo porta alle estreme conseguenze quel processo di smaterializzazione dell’oggetto avvenuto nel corso del novecento andando oltre anche ai risultati delle esperienze anni 70. Infatti, delle sue opere non esiste documentazione fotografica, non esiste un’inaugurazione vera e propria, non esiste una firma che autentifichi l’esistenza dell’opera. Esiste l’esperienza dell’incontro tra il visitatore e quella presenza in quel dato luogo e i racconti che ne scaturiscono. Tra le altre sue numerose partecipazioni in eventi di livello internazionale ricordiamo quella al padiglione tedesco per la Biennale di Venezia del 2005, quella alla Biennale di Berlino del 2006, e il progetto triennale per l’ICA di Londra iniziato nel 2004. Nel 2007 ha realizzato la personale da Marian Goodman Gallery a New York e al Magazzino di Grenoble oltre alla partecipazione alla Biennale di Lione ed alla mostra World as a Stage alla Tate Modern a Londra.