BASE PROGETTI PER L'ARTE

RYAN GANDER

GOOD HEART

Inaugurazione: giovedì 25 ottobre / ore 18
25 ottobre / 15 dicembre 2018

BASE / Progetti per l’arte Arte presenta giovedì 25 ottobre dalle ore 18 la mostra di Ryan Gander dal titolo Good Heart. Il progetto è stato pensato dall’artista appositamente per il contenitore architettonico e, soprattutto, in relazione alla storia dello spazio non profit, giunto quest’anno al ventennale della sua attività. I festeggiamenti per il VENTESIMO anniversario sono stati precedentemente affidati alla mostra di Richard Long e a quella di Roman Ondak.

Good Heart è il progetto di Ryan Gander per BASE / Progetti per l’arte. La frase del titolo, come sempre accade per le sue opere, appare fin da subito come un’esortazione spiazzante che costringe lo spettatore a porsi delle domande in merito a chi l’abbia pronunciata, verso chi e soprattutto in quale contesto. La matrice minimalista delle sculture misura, trasforma, sensibilizza e caratterizza lo spazio espositivo. Lo stesso accade per il titolo, che intende attivare nel fruitore una serie di riflessioni che agiscono necessariamente su un livello tanto di lucida razionalità, quanto di libera interpretazione. L’artista punta alla produzione di narrazioni che sono state o saranno possibili, basandosi sulle sculture concettuali dell’artista Sol Lewitt che fanno parte della sua serie Incomplete Cube Sculptures. Gander racconta il seguente aneddoto che gli era stato raccontato dal suo gallerista Nicholas Logsdail che a sua volta gli era stato raccontato da Dan Graham: “… Sol  LeWitt ha creato una struttura per far arrampicare il suo gatto e qualcuno, che una volta era ospite a casa sua nel suo appartamento, gli ha detto “questo è un gran lavoro, Sol!”  Ecco come sono state realizzate queste opere.  Amo la storia perché parla di creatività accidentale e delle consequenzialità della vita! Questo vuol dire che l’arte ci circonda, ma è riconoscibile solo quando è identificata come tale”. La sera dell’inaugurazione avverrà un evento speciale quanto epifanico, per mezzo della presenza di gatti, presenti tramite l’associazione “A.Mici Miei” di Siena, che interagiranno con le sculture di Gander e le riporteranno alla loro condizione originaria, come le aveva realizzate Sol LeWitt la prima volta. Questa è la narrazione che prende corpo nello spazio di BASE e che lo trasforma in un dispositivo per azzerare i pregiudizi dell’osservatore, creando un dibattito democratico e orizzontale sull’arte, oltre che un cortocircuito temporale, dato che l’attività del “collettivo di artisti” è stata inaugurata nel 1998 proprio da un progetto pensato appositamente per l’occasione da Sol Lewitt.

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