BASE PROGETTI PER L'ARTE

CESARE VIEL

FUORI BASE, DENTRO BASE

Inaugurazione: sabato 15 maggio 2021 / ore 11-19
15 maggio / 22 giugno 2021

La visita alla mostra è contingentata per rispettare le norme di sicurezza anti Covid-19. L’artista e il collettivo di Base saranno a disposizione durante l’orario dell’opening per ulteriori approfondimenti e per agevolare la visita.

Base / Progetti per l’arte presenta sabato 15 maggio 2021, dalle ore 11:00 alle ore 19:00, la mostra che l’artista Cesare Viel ha ideato specificatamente per il luogo e per la ripartenza delle attività dopo il lockdown. La mostra è definita da un un dialogo inedito tra opere sonore, video, presenze enigmatiche e un banner che si fa strumento di interazione non solo con lo spazio espositivo, ma anche con la città fiorentina per mezzo di un happening diffuso. Happening che vedrà particolari eventi attivarsi dal 1 Giugno.

Il titolo FUORI BASE, DENTRO BASE rimanda da una parte al rapporto di prossimità che gli esseri umani hanno dovuto vivere nel corso della presente pandemia e alla impossibilità di aprire i luoghi d’arte come lo spazio di Base. Ma soprattutto la presente affermazione, che si propone più come un suggerimento, è riferito alla riflessione che l’artista pratica da sempre con le sue opere performative e con l’uso della parola – sia essa scritta, parlata o registrata – per stabilire un rapporto inedito ed epifanico non solo con gli spazi fisici in cui interviene, ma anche con quelli della memoria, dell’agire e del desiderio di esprimersi con l’altro da sé.

L’artista spiega con le seguenti parole la genesi del progetto per Base proponendo allo stesso tempo uno spazio di dibattito condiviso o condivisibile: “L’idea che avrei è di ripartire da zero, dall’essenza del modo di procedere: per me la scrittura, il vuoto, la presenza/assenza, l’oggetto che emerge da un serbatoio che non sapevi di avere.
Da qui si configura una forma di resistenza, un’ostinazione.
Il meglio che si riesce a fare con il minimo che si ha.
È una scuola di resistenza, piena di lacrime e di commozione.
È un nodo alla gola.
Nelle distanze, nelle vicinanze.
Un’eco.”

Cesare Viel, inoltre, invita con un pensiero scritto appositamente da lui per l’occasione a riflettere sul ruolo dell’arte e sul rapporto tra spettatore, opera e artista e sulla necessità delle ri-partenze: “Si può dire tutta la verità? È la domanda sottesa nella pratica artistica, che sia un’installazione o una performance , un quadro, una scultura o un disegno. Quando questa domanda emerge (la possibilità e/o la necessità di dire la verità), aumenta l’intensità della temperatura dell’arte. E affiora tutta la questione indicibile della morte, della condizione mortale. Non possiamo dire tutta la verità perché essa si svela poco a poco nel corso del tempo e non riusciamo a percepirla tutta in un colpo solo. È per questo che l’arte ci viene in aiuto, e ci permette di elaborare in tempi diversi, in momenti successivi, il venire a galla della verità. Il venire a noi in superficie della verità. Superficie e profondità, visibile e invisibile, si accompagnano, si aiutano reciprocamente e formano le due facce della stessa moneta.”

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